Ci diamo alla pazza gioia! Stiamo cercando un po’ di felicità!
E dove si trova?
Si trova nei posti belli, nelle tovaglie di Fiandra, nei vini buoni, nei bicchieri di cristallo, nelle persone gentili.
Sono nata triste, e allora curatemi!
Beatrice e Donatella sono pazze. O forse sono solo più fragili di altre donne. Ricca e nobile una, madre e povera l’altra. La vita le ha messe di fronte a mille difficoltà, ma una cosa le accomuna, oltre alla pazzia: uomini che si sono approfittati di loro. Padri inesistenti, capi privi di scrupoli, amanti senza remore. Che siano diventate pazze con il tempo o che lo siano sempre state poco importa, anche loro avranno diritto ad un barlume di felicità. Per Beatrice sarà ritornare momentaneamente nel suo agio, per Donatella rivedere l’unico vero uomo della sua vita: il figlio che non potrà mai tenere con sé e che allora si permette di osservare e di amare da lontano. E fanno tutto questo insieme, come due amiche così diverse ma così uguali. Ci sarà il lieto fine o la tragedia che si respira fin dall’inizio del film? Prevarrà la follia o la razionalità di tornare a farsi curare dove almeno qualcuno ha voluto loro un po’ di bene? Donatella quando si racconta di sé ci dice “Sono nata triste, e allora curatemi!” Chissà se qualcuno ascolterà il suo, che poi è il loro, grido di aiuto.